Perchè un tanatosito


L’idea di un tanatosito mi ronzava nella testa da parecchio tempo e finalmente, eccolo qua!

Mi chiamo Chiara Bellini e da quando sono nata faccio i conti con la morte, per questo sono diventata tanatologa. La sua è stata una presenza costante, mai fastidiosa, sono cresciuta con l’idea che la vita ha sempre un imprevedibile e inevitabile termine, per tanto, occorre accortezza, rispetto e una grande dose di concretezza per darle un senso.

Nella vita ho fatto tante cose, nei miei 50 e rotti anni di età ho sviluppato tante passioni, ho ricoperto vari ruoli nelle diverse professioni che ho esercitato, volubilità? No. In effetti è tutto molto collegato: ho portato avanti due vite apparentemente parallele, ma in verità si sono sempre date la mano, ho scritto e prodotto documentari, occupandomi principalmente di ambiente ed inquinamento, con particolare attenzione alle conseguenze di questo sulla salute e la vita delle persone. Di nuovo la vita e la morte. Parallelamente ho sempre ampliato i miei studi di psicologia, con il focus sul ciclo di vita, lo sviluppo emotivo e gli stili di attaccamento che tanto condizionano l’arco che dalla nascita porta alla morte e il senso che questo arco di vita ha. Non è dunque volubilità, bensì poliedricità, come sosteneva uno dei miei maestri, il movimento e il cambiamento fanno parte della vita, la stasi è la morte. 

Vita e morte camminano sempre insieme, se c’è l’una ci sarà anche l’altra, ma, come si dice, finchè c’è vita c’è speranza e soprattutto la possibilità di dare un senso all’esistenza e all’inevitabilità della sua fine. 

Se prima della mia nascita non ci fosse stata una morte, io sono sarei mai stata: non ci sarei stata, non sarei mai stata me, non sarebbe mai esistito, in questo modo, tutto quello che mi circonda, questo è  stato l’assunto che mi ha sempre accompagnata. Ogni volta che una vita comincia e termina, modifica l’equilibrio di ciò che lo affianca e anche quello a sua volta produrrà dei mutamenti alla sua fine. La morte viene celebrata e raffigurata e analizzata da quando l’uomo ha iniziato a ragionare, i pensieri primari dell’essere vivente sono: mantenersi in vita, procreare e perchè si muore? Tutto il resto è accessorio. Per questo trovo affascinante raccogliere materiali e testimonianze tanatologiche, fornire confronto e dialogo, per e con chiunque ne senta il bisogno e il piacere.